Utilizzata fin dall’antichità, l’energia geotermica è tra le fonti rinnovabili più usate in Italia e in Europa. Sfrutta il calore della Terra ed è presente in quantità che riuscirebbero a soddisfare, potenzialmente, il fabbisogno dell’umanità. I suoi vantaggi sono molteplici, ma non è sempre facile organizzarne l’estrazione. Vediamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’energia geotermica. Cos’è l’energia geotermica L’energia geotermica è una fonte di energia rinnovabile ricavabile dal calore naturale della Terra, utilizzabile sia per la produzione di energia elettrica sia per la produzione di energia termica. Il calore naturale della Terra viene utilizzato fin dall’antichità, in particolar modo nelle fonti termali – ne abbiamo tracce già nel Paleolitico e nella Cina del III secolo a.C - ma il suo sfruttamento a livello industriale è partito dall’Italia e più precisamente a Larderello, in Toscana, dove già nel 1827 si iniziò ad impiegare il vapore di un geyser per estrarre l'acido borico da un vulcano di fango. Ancora oggi l’Italia, grazie ai soli siti toscani, è all’ottavo posto della classifica globale per generazione di energia geotermale dopo Stati Uniti, Indonesia, Filippine, Turchia, Kenya, Messico e Nuova Zelanda. Sappiamo fin dalle scuole elementari che più si scende in profondità nella Terra, più alte sono le temperature del sottosuolo, che aumentano di circa 3 gradi ogni 100 metri. Le rocce che si trovano in profondità hanno una temperatura molto alta e questo provoca la trasformazione in vapore delle acque sotterranee che vi entrano in contatto. È questo il processo che genera energia che può essere utilizzata e sfruttata per produrre energia elettrica o termica. Le fonti di energia geotermica Le fonti di energia geotermica sono sostanzialmente tre: Idrotermiche. Sono quelle più vicine al suolo, situate tra 1 e 2 chilometri di profondità, e sono tra le più sfruttate dai sistemi industriali. Di fatto si tratta di sacche sotterranee di acqua riscaldata dalle rocce ignee ad elevata temperatura e, a seconda dell’elemento dominante, si suddividono a loro volta in fonti a vapore dominante o ad acqua dominante. Geopressurizzate. Sono situate tra 2.5 e i 10 chilometri di profondità e sono delle vere e proprie sacche sotterranee che contengono acqua a pressione molto elevata e con una temperatura che può raggiungere i 160 gradi. Questi serbatoi geopressurizzati possono contenere anche grandi quantità di metano e per questo risultano ideali per la produzione non soltanto di energia idraulica, ma anche di energia termica. Petrotermiche. Si trovano ancora più in profondità rispetto alle sorgenti idrotermiche e geopressurizzate e per questo sono le più difficili da sfruttare. Qui sono le stesse rocce, più calde perché più in profondità, ad essere fonte di energia. Il problema, però, è l’assenza di acqua da trasformare in vapore. Come si recupera il calore dalla Terra Esistono tre modi principali per recuperare il calore della Terra: Geotermia classica (o ad alta entalpia). Il metodo più efficace e più utilizzato. La temperatura dei depositi nel sottosuolo supera i 150° e l’acqua fuoriesce sotto forma di geyser. Il vapore viene incanalato nei cosiddetti “vapordotti” e indirizzato verso la centrale geotermica, dove arriva attivando le turbine che, ruotando, producono energia meccanica che viene poi trasformata in energia elettrica attraverso l’uso di un alternatore; Geotermia a media entalpia. La temperatura dei depositi varia tra i 90° e 150°C. Il calore della Terra è quindi più basso e non basta per produrre direttamente energia elettrica. Servono quindi delle centrali a ciclo binario che possono operare senza la necessità di temperature molto elevate, ma usando i fluidi che evaporano ad una temperatura più bassa rispetto all’acqua. La produzione in questo caso non è paragonabile a quella degli impianti ad alta temperatura, ma queste centrali sono più che sufficienti per soddisfare il fabbisogno di piccole comunità locali; Geotermia a bassa entalpia. Le temperature oscillano variano tra i 30° e i 90° e questo non ci permette di produrre energia, ma di sfruttare il calore per riscaldare piscine, terme e anche abitazioni private grazie alle pompe di calore geotermiche in alternativa alle caldaie tradizionali con un minore impatto sull’ambiente e un rendimento più efficace. I vantaggi dell’energia geotermica I vantaggi dell’energia geotermica sono davvero tanti, per noi e per l’ambiente. Tra le fonti energetiche rinnovabili l’energia geotermica è quella che riesce a produrre la maggior quantità di elettricità e questo, già molto importante, non è l’unico vantaggio: Seppur non inesauribile, l’energia geotermica può essere considerata a tutti gli effetti una fonte energetica rinnovabile perché la sua produzione è pari a 100 miliardi di volte il consumo energetico mondiale annuale. Il calore che viene estratto è davvero minimo rispetto al calore contenuto e generato dall’intero pianeta e questo significa che le operazioni di estrazione non sono penalizzanti a livello di equilibrio e sostenibilità; Al contrario di altre tipologie di energia, quella geotermica non è soggetta alle variazioni meteorologiche o all’alternanza giorno-notte; Gli impianti geotermici sono silenziosi e non creano problemi acustici e rispettano anche gli ecosistemi presenti sul pianeta terra. Non solo. Gli scarti provenienti dalla produzione di questo tipo di energia possono essere riciclati; Gli impianti geotermici, sia quelli domestici che quelli industriali, hanno una durata media della vita utile molto lunga, anche 80-100 anni, e l’assenza di combustioni non soltanto scongiura il rischio di incendi, ma garantisce anche un’ottima affidabilità degli impianti. E, trattandosi di sistemi a circuiti chiusi, anche la manutenzione periodica è molto ridotta. E gli svantaggi? Non è tutto rosa e fiori, ma gli svantaggi dell’energia geotermica sono quasi trascurabili rispetto agli enormi vantaggi. Il primo svantaggio è legato alla prima fase, quella degli studi preliminari necessari per trovare i luoghi più adatti per collocare gli impianti. Servono studi approfonditi per identificare i giacimenti che sono spesso dispersi e si trovano a gradi profondità, così come costose trivellazioni per creare i vapordotti per far confluire il vapore verso le centrali. Il grosso delle centrali geotermiche si trova nel sottosuolo, ma le parti che emergono rischiano di disturbare visivamente il paesaggio. La buona notizia è che sono sempre di più i progetti di bioarchitettura che puntano ad integrare le installazioni nell’ambiente naturale e facendo uso di materiali non inquinanti. Possiamo davvero considerare questo uno svantaggio? Forse sì, almeno nell’immediato, ma non sarà più così in futuro. E lo stesso si può dire di quello che viene definito un altro svantaggio: l’odore sulfureo che emettono le centrali geotermiche. Anche in questo caso, però, si possono realizzare impianti di abbattimento e sistemi di filtraggio e contenimento che riducono al minimo questo rischio. In generale per contribuire al benessere del Pianeta è bene ridurre al minimo il consumo di energia, utilizzando prodotti ricaricabili o che diminuiscono il peso dei trasporti. Scopri i nostri prodotti ricaricabili e a basso impatto sul catalogo R5 Living.