Oggi scrivo in prima persona. Sento di doverlo fare. Mi sono chiesta, me lo chiedo ogni giorno, in questi giorni che cosa concretamente posso fare io, può fare la mia famiglia, può fare il team di R5 per aiutare il popolo Ucraino in questo momento difficile. Ogni sera, dopo aver messo a letto i bambini, leggo le ultime notizie e un pensiero non mi lascia mai: se fossi io Ucraina, se fossi io adesso in Ucraina con i miei bambini, i miei cani, il gatto e il mio compagno in "età di guerra", che cosa farei? Davvero che cosa farei? Mi immagino sulla nostra macchina cercare di raggiungere un confine di un Paese sconosciuto, senza nessun contatto, probabilmente con pochi soldi e una famiglia "decisamente" ingombrante per poter essere accolta. Mi immagino i racconti in macchina ai miei figli per cercare di dare un senso di speranza. Far passare il momento come una pausa da una vita "normale", che tornerà. Ma con quali certezze? Nessuna. Mi immagino le loro domande: dove andremo? Cosa faremo? Come faremo per la scuola? E i nostri amici? Ma più di tutto: quando rivedremo il papà? Come si può vivere tutto questo? Come possiamo far vivere ai nostri figli tutto questo? L'altro giorno riflettevo con una amica cara e meravigliosa, che la mia Tere ha già un terzo della sua vita vissuta in totale anormalità. Noi siamo di Bergamo. Il COVID ha destabilizzato tutti. A febbraio 2020, quella domenica in cui hanno chiuso la Lombardia, ho cercato di nascondere la verità ai miei bambini. Rassicurarli di qualcosa di cui noi stessi non avevamo nessuna informazione. Tentare di far vivere quel periodo in una strana normalità. E noi siamo stati fortunati. Siamo una famiglia unita, come dico io siamo "appiccicosi" tra noi, non abbiamo avuto gravi perdite, ci siamo messi nella nostra bolla protetta e ne siamo usciti. In buona salute, ma sicuramente Bruno e Tere con due anni della loro vita molto diversi da come avrebbero dovuto essere. Ho cercato di non parlare del rischio della guerra, prima dell'invasione, ma di raccontare loro che le persone vogliono la pace e avrebbero trovato una soluzione. Di far capire che l’umanità può fare meglio di così. Non è servito. Non posso tenere loro nascosta la guerra. Ne parlano a scuola. Ci sono compagni che hanno parenti o amici ucraini e russi. E il giorno dell’invasione, non hanno voluto mangiare. E facevano mille domande, perché per loro questa cosa è incomprensibile. Non sono una brava mamma perché io la guerra non la so spiegare e non riesco a dare nessuna speranza che finirà oggi, che andrà tutto bene, che passerà, perché questa guerra, così vicina a noi, è semplicemente folle. E quando sento dire che però, Putin, Putler lo hanno, lo abbiamo provocato….ecco proprio non riesco a stare zitta. NON ESISTE PROVOCAZIONE ALCUNA che giustifichi quello che sta succedendo. Nessuna. Non esiste provocazione alcuna, anche nella vita di tutti i giorni, che permetta ad un essere umano (umano?) di sentirsi in diritto di annientare la vita di un’altra persona. Ma io che cosa posso fare? Noi che cosa possiamo fare? Perché adesso dobbiamo impegnarci ad aiutare il Popolo Ucraino in primis, ma anche dare una vita migliore e di speranza a tutti i bambini del mondo. Far credere loro che un’umanità BELLA possa esistere. Che possiamo essere donne e uomini migliori di quelli che siamo stati fino a qua. Io che cosa posso fare? Posso far sentire la mia voce, ed è per questo che per la prima volta uso questo Blog per far sentire la mia voce. Per condividere chiaro il mio pensiero. Per mettermi dalla parte del Popolo Ucraino. Come mamma e cittadina, insieme ai miei bambini, sto raccogliendo vestiti, scarpe, domani compreremo medicinali e li stiamo portando a Curno, appena fuori Bergamo, al centro di raccolta organizzato da Malinovskyi e sua moglie, in via Fermi 8 a Curno. Prepareremo anche dei giocattoli, perché i bambini hanno bisogno di giocare. Abbiamo aderito a tre associazioni per l’accoglienza di bambini Ucraini e la sera, da ieri, stiamo imparando a pronunciare qualche frase: Ciao, come stai? Привіт, як ти? (Pryvit, yak ty?) Hai fame? Ти голодний?( Ty holodnyy?) Vuoi giocare? Ти хочеш грати? (Ty khochesh hraty?) Ti vogliamo bene. ми тебе любимо (my tebe lyubymo) Da cittadina, mamma e imprenditrice sui temi dell’impatto ambientale sto cercando, stiamo cercando di ridurre al minimo i consumi energetici, modificare, quanto possibile i nostri stili di vita cercando di ridurre il consumo di energia. Sembra poco, ma se lo facciamo tutti sarà moltissimo. La nostra filosofia come R5 è che i piccoli gesti quotidiani creano le grandi rivoluzioni. Bene: facciamolo. Piccoli gesti quotidiani di tutti, oggi possono aiutare a definire il futuro di domani. Forse singolarmente non possiamo fermare la guerra. Ma insieme possiamo contribuire a diminuire la forza dell’invasore, ad accogliere e ad aiutare il popolo ucraino, a cogliere l’occasione di dimostrare che il genere Umano può essere molto meglio di così. Il mio cuore è spezzato da questa guerra. Tutto il resto mi sembra non avere significato. Ma continuerò a farlo per poter essere in grado di aiutare. #StopTheWar | #StandForUkraine